La rinite allergica, o allergia ai pollini che dir si voglia, è un tipo di allergia principalmente primaverile, causata dai pollini rilasciati da diversi tipi di piante (graminacee, parietaria, assenzio e ambrosia, e altre piante come betulla, cipresso e ulivo, solo per citare le principali) che, per l’appunto, fioriscono in primavera. È considerato un disturbo di lieve entità, ma sicuramente è uno dei più diffusi, in quanto a soffrirne è quasi la metà degli italiani (45%), soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione.
Vediamo nel dettaglio a cosa si deve.
Nei diversi periodi di fioritura, delle (talvolta) invisibili nubi di polline, seguendo le correnti aeree, si diffondono in altezza e a distanza anche per diversi chilometri andando a depositarsi ovunque, anche sulle mucose della congiuntiva, del naso e dei bronchi.
Il polline, dotato di proteine allergeniche, libera tali allergeni che vanno a interagire con alcune cellule (dette “mastociti"), presenti nelle mucose delle vie aeree e delle congiuntive. Nei soggetti allergici, l'interazione tra gli allergeni e queste cellule porta alla produzione di istamina e altre sostanze che inducono vasodilatazione, ipersecrezione ghiandolare, e altri meccanismi che si manifestano con lacrimazione, starnutazione, tosse e asma.
I sintomi più caratteristici, pertanto, sono a carico delle mucose delle vie respiratorie e oculari e si distinguono in:
- sintomi nasali: starnuti, ostruzione nasale, secrezione acquosa, prurito;
- sintomi oculari: prurito, lacrimazione, fotosensibilità, congiuntiva arrossata ed edematosa;
- sintomi a carico dell’apparato respiratorio: tracheite con tosse stizzosa ed asma bronchiale. L’asma si osserva nel 30-40% dei casi di pollinosi, ed è più frequente negli allergici alla parietaria.